Suocere
di
Anonimo italiano
Più o meno trenta anni fa ero D.M. a Vattelappesca.
Al mattino passava da anni e anni il rapido formato da due sezioni, le Ale 601 per Suppergiù e l'ETR.220 per Cocciapelata. Con il tempo il traffico su Cocciapelata era aumentato e così il rapido era stato sdoppiato: alle 06: 30 il Cocciapelata, locomotiva E.656 e vetture (un piccolo scandalo per due anni, perché le FS non misero carrozze bandiera, ma classificarono rapido un treno di volgarissime vetture da espresso, e la gente pagava il supplemento rapido per viaggiare scomoda e senza il minimo comfort) ; dieci minuti dopo seguiva il Suppergiù, con un ETR.220, a volte un ETR.250.
Una bella mattina d'estate arriva il Cocciapelata; lo guardo fermarsi e noto sul marciapiede un giovane, una giovane, una signora anziana e tre valige. Il treno si ferma, apro il segnale e poi vado fuori per il licenziamento. Così vedo il giovane e l'anziana salire con le valige mentre la giovane rimane a terra e si mette a guardarmi in modo strano. Ho pensato: "sarà un poco matta!". Richiesta del pronti, pronti dei conduttori, su la paletta, via. E la giovane mi guarda sempre più strana, stravolta."Mah! E' matta da legare".
Quando il treno ha percorso circa cinquanta metri, ed era già sui 20 all'ora, si apre di colpo una porta ed il giovane di prima si butta giù, cade, rotola su sé stesso tre volte, corro da lui.
"Ma che fa? E' matto? Si vuole ammazzare?"
Lui stravolto: "Io non dovevo partire!"
- E allora perché è salito?
- Mia moglie doveva partire! Io sono salito a sistemare le valige a mia suocera!" E mi mostra la giovane alla quale: "Ti avevo detto di bloccare il treno!"
- Ma io non so come si bloccano i treni!"
Morale della favola: suocera sul treno con le valige, figlia a terra con i biglietti.
Lui mi guarda "La prego, ci aiuti. Sono un dipendente dello stato, sono un carabiniere!"
Mi venne all'istante da pensare "Ma allora è vero!"
Poi mi diedi da fare. Avviso al collega di Paperino, la stazione successiva, e gli chiedo di verificare se il treno viaggiava con una porta aperta (risultò chiusa) .
Racconto dettagliato al collega di Santa Calla, prossima fermata del treno, cosa era accaduto e gli raccomando di avvisare il capotreno che quella signora anziana in vettura numero taldeitali era in perfetta regola ma i biglietti li aveva la figlia e di spiegarle l'accaduto.
Poi al capotreno del secondo treno arrivato pochi minuti dopo rispiegai l'accaduto, misi la giovane sul treno e le spiegai, nel modo che ritenni in più semplice possibile, che il primo treno, quello dove c'era sua madre, si sarebbe fermato a Perdiqua Centrale per 25 minuti e che sarebbe stato raggiunto dal secondo treno, quello dove viaggiava lei, nel marciapiede accanto per cui i due rapidi poi si sarebbero ritrovati assieme, uno vicino all'altro.
Quindi lei non doveva fare altro che scendere e salire sull'altro. Il personale di ambo i treni collaborò senza fare problemi. Il giovane carabiniere ringraziò, ma quello poi che avvenne a Mestre con le due donne non lo ho mai saputo.
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Anonimo italiano